giovedì 12 giugno 2008

VERSO L'ASSEMBLEA PROVINCIALE DI SD

Proseguono le assemblee "aperte" indette dal Movimento politico “Sinistra Democratica per il Socialismo europeo”, in vista della Assemblea provinciale (21 giugno, Falconara M.ma, Centro Pergoli in Piazza Mazzini) e di quella Nazionale (27-29 giugno, Chianciano).

Dopo quella tenutesi mercoledì scorso a Jesi e ieri a Offagna, venerdì 13 alle ore 21 si terranno quelle di Ancona (Sala delle Culture a Vallemiano) e della Media Vallesina (a Serra S. Quirico stazione, Teatrino parrocchiale), mentre domenica 15 sarà la volta di Senigallia (Centro Sociale di Cesano, alle ore 9,30) e lunedì 16 ore 21 a Chiaravalle (Circolo “La Sinistra” in Via Abbazia 5) per i Comuni del Basso Esino (Falconara, M.S. Vito, Morro d’Alba, Montemarciano).

Le assemblee sono “aperte” nel senso che ad esse possono partecipare tutti i Cittadini, aderenti o meno a partiti o movimenti politici, che abbiano più di 15 anni, si iscrivano del Registro dei partecipanti e versino un contributo di almeno 5 euro.

Al centro degli incontri sono i testi del Documento politico e della proposta di Statuto definitivo di SDpSE (scaricabili da www.sinistra-democratica.it) nonché la formulazione di candidature per i Delegati alla Assemblea nazionale, che verranno eletti sabato 21 giugno durante la Assemblea provinciale di Falconara.

Riccardo Maderloni – Coordinatore provinciale di SD-PSE

LE QUESTIONI DELLA FILIERA PESCA NEL 2008


Di Domenico Leone* e On. Claudio Maderloni

LA SITUAZIONE ODIERNA

Ieri a Roma presso il Ministero per le politiche dell’Agricoltura e della Pesca avrebbe dovuto svolgersi un incontro che poteva assumere un’importanza fondamentale per un gran numero di famiglie e di singoli individui dipendenti dal mare e dall’utilizzo delle sue risorse: infatti il Ministro Luca Zaia doveva ricevere la rappresentanza di categoria di migliaia di pescatori che attendono con ansia il risultato di una mediazione sul nuovo problema che affligge il mondo della Pesca ovvero il perverso ed inarrestabile aumento del costo del gasolio (insistente nella misura del 60% sui costi di gestione delle imprese addette alla cattura), che recentemente si è manifestato ai danni di un settore già precedentemente tartassato da eventi di altra natura. L’inusitato aumento delle spese legate all’utilizzo del carburante (in un anno il 30 %) ha interessato ovviamente anche gli equipaggi delle nostre marinerie marchigiane e quindi quella del Compartimento Marittimo di Ancona.

Lunedì scorso i pescatori dorici al Molo Mandracchio hanno distribuito alle 4 del pomeriggio gratuitamente 400 casse di pesce sbarcato a fronte di una spesa complessiva di 3500 € di gasolio ai più di 2000 cittadini accorsi; in particolare i 4 pescherecci della cooperativa pescatori di Ancona hanno provveduto in tal senso per manifestare riconoscenza verso la significativa solidarietà della città nei loro confronti a causa dell’inattesa e gravosa querelle e per addolcire il disagio arrecato.
L’incontro così non avverrà prima del 16 giugno e si svolgerà a Verona secondo i dettami ministeriali.
Ciò comporterà la continuazione dello sciopero deciso dai pescatori una settimana fa e di tutte le attività connesse e interdipendenti dalle catture ittiche (il cd. “indotto”) con il conseguente aumento di prezzo del pesce congelato e surgelato, data la penuria o meglio completa assenza dei prodotti freschi dai banconi al dettaglio e quindi dal desco dei potenziali consumatori. E ciò oramai non riguarda soltanto l’Italia, ma anche gli altri stati membri dell’U.E. che si affacciano sul mare, per cui sta lievitando ogni ora che passa una vera mobilitazione internazionale, che ha già visto dei disordini a Bruxelles. E’ peraltro allo studio del Commissario europeo alla Pesca Joe Borg qualche misura di aiuto a breve termine, promessa da mantenere entro 2 settimane, al fine di poter presentare proposte concrete al Consiglio dei Ministri della Pesca dell’U.E. in programma il 23 giugno a Lussemburgo.
Il nostro Paese in realtà vanta una vocazione naturale per le attività legate al mare come la pesca, con la sua storia e le sue tradizioni. Le risorse marine viventi devono, però, essere gestite con attenzione, nell’ottica di assicurarne la disponibilità per le future generazioni, così da garantire uno sviluppo sostenibile per il settore. Il mare va protetto, sia da un eccessivo sforzo di pesca, sia dall’impatto negativo che scaturisce da altre attività dell’uomo, in modo che la sua ricchezza possa costituire un patrimonio accessibile a tutti. Tale difatti fu denominato dalle Nazioni Unite negli anni ’80 “”Common Heritage of the Mankind.


Come è facilmente possibile immaginare sono molti gli attori che recitano la loro parte nell’ambito di cui si parla. Così il controllo sull'ordinato svolgimento della pesca marittima è stato affidato dal legislatore al Corpo delle Capitanerie di Porto, struttura radicata e capillarmente diffusa lungo gli oltre 8000 km. di costa. Un ‘esi-genza di coordinamento di detta attività avvertita nel nostro Ordinamento per la varietà e complessità delle norme comunitarie e nazionali, oltre che di quelle in stretta connessione (codice della navigazione, sicurezza della navigazione, norme a tutela degli equipaggi, norme igienico-sanitarie, disciplina sul commercio dei prodotti ittici, etc.), che ne richiede una diffusa conoscenza. Si cita a proposito l'art.21 della Legge n°963 del 14.7.1965 sulla disciplina della pesca marittima,che prevede espressamente “l’affidamento della sorveglianza sulla pesca e sul commercio dei prodotti ittici e l'accertamento delle infrazioni alle leggi ed ai regolamenti che li riguardano” “… alla Direzione del Comandante della Capitaneria di Porto”, che, peraltro, presiede la Com-missione consultiva locale per la pesca marittima. Inoltre in conseguenza del varo della Politica Comune della Pesca, gli Stati dell'Unione Europea hanno avvertito l'esigenza di individuare in ogni Stato aderente un soggetto qualificato a cui tutti gli organi preposti al controllo della filiera della pesca devono fare riferimento, dando vita, in tal modo, all’istituzione di Centri di Controllo Pesca Nazionali.


Il Centro di Controllo Nazionale Pesca (CCNP) è stato costituito in attuazione del Regolamento della Commis-sione della U.E. n°1489/97 del 29.7.1997, recante le modalità di applicazione del Regolamento del Consiglio della U.E. n°2847/93 sui sistemi di controllo dei pescherecci via satellite, ed i suoi compiti, secondo quanto previsto dal D.P.R. n°424 del 9.10.1998, consistono, appunto, nella sorveglianza sullo sforzo di pesca e sulle attività economiche correlate. Ciò è rivolto nei confronti dei pescherecci nazionali (a prescindere dalle acque in cui operano o dal porto in cui fanno scalo) e nei confronti delle unità da pesca appartenenti agli altri Stati membri della U.E., nonché di quelle appartenenti a Paesi non facenti parte dell'Unione Europea, quando operano in acque comunitarie.
In definitiva, l'Italia, con il suindicato D.P.R. ha designato quale Autorità di controllo il Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto ed ha predisposto a tal fine strutture, impianti e programmi informatici che consentono la radiolocalizzazione in tempo reale dei pescherecci di lunghezza superiore a mt. 18 e 1/2 tramite le cd. blue boxes (ferma la possibilità per le unità di minore lunghezza di dotarsi volontariamente di tale apparecchiatura). Per conseguire un più efficace e diretto supporto alle attività di vigilanza e controllo della pesca marittima e dell'acquacoltura e delle relative filiere, con decreto interministeriale n°100 del 27.5.2005 pubblicato sulla G.U. n°136 del 14.6.2005, è stato istituito, presso il Ministero delle politiche agricole e forestali, il Reparto Pesca Marittima (RPM) del Corpo delle Capitanerie di porto, posto alle dipendenze funzionali del medesimo Ministero.


In secondo luogo, in ottemperanza al suevidenziato Regolamento del Consiglio - di coordinamento tra i diversi CCNP dell'Unione Europea, anche attraverso la programmazione d'ispezioni comuni e lo scambio di informazioni sulle esperienze acquisite – la nostra Autorità di Controllo è riuscita a consolidare i rapporti già avviati con gli omologhi CCNP del Mediterraneo, aventi sede in Francia, Spagna e Grecia.
Lo scopo è, infatti, acquisire una conoscenza approfondita della pesca nel Mediterraneo e delle attività ad essa correlate, tenuto conto che il controllo a cui è preposto il CCNP abbraccia l'intera filiera (cattura, trasporto, commercializzazione e sostegno finanziario alle imprese attraverso gli aiuti al riporto). A ciò si aggiunge altresì l'esigenza di avviare uno scambio d'informazioni sull'attività di controllo in mare e sui luoghi di sbarco, per individuare una comune strategia di contrasto alle attività illecite, anche al fine di pervenire, attraverso il confronto tra le norme sanzionatorie degli Stati membri che si affacciano sul Mediterraneo ad un'armonizzazione delle stesse, tenuto conto che all'attualità l'inosservanza dei Regolamenti comunitari è diversamente perseguita nelle varie Nazioni in ordine alla natura delle sanzioni (penali o amministrative) ed alla relativa afflittività.


Da quanto precede, si evince che i compiti assegnati all'Italia ed a cascata alla Regione Marche, conseguenti alle Deleghe scaturite dalla modifica del Titolo V della Costituzione ad inizio degli anni 2000 ed all’accresci-mento delle competenze, consentono allo Stato di svolgere nel campo della politica comune della pesca un ruolo primario, in virtù della posizione baricentrica della Penisola nel Mediterraneo e coinvolgono le Autono-mie Locali nella gestione e nel “management” delle risorse ittiche in ottemperanza agli indirizzi comunitari e nazionali ed in osservanza delle norme vigenti. Qui, poi, dalle Pubbliche Amministrazioni coinvolte – come anche Istituti di Ricerca et similia – vanno elaborati nella pratica e nell’applicazione i vari temi di approfondi-mento, vertenti sia sui principi di biologia marina applicata alla pesca, sia sui fondamenti del diritto internazionale dei trattati (Convenzione di Montego Bay sul Diritto del Mare) e del diritto comunitario e dell'adeguamento dinamico dell'ordinamento giuridico italiano ad esso alla luce dell'orientamento giurisprudenziale della Corte Internazionale di Giustizia, della Corte di Giustizia Europea e della Corte di Cassazione e degli obiettivi perseguiti dal Regolamento CEE 2847/93 e dagli altri regolamenti comunitari (misure di controllo e di razionalizzazione dello sforzo di pesca, totale delle catture ammissibili - TAC - regolarità delle operazioni di pesca in ordine ai tempi, ai mezzi, ai luoghi di sbarco e di commercializzazione dei prodotti e, in particolare, etichettatura degli stessi recante l'indicazione del grado di freschezza, del peso, del luogo di provenienza, della specie e del modo di produzione, ovvero, se il prodotto ittico è pescato in acque marittime, in acque interne o in allevamenti).

CHE FARE ?
Per l’aumento di prezzo della nafta e quindi per l’immediato, una modalità potrebbe consistere nel rendere più flessibile il fermo-pesca temporaneo soprattutto per quanto attiene la distribuzione dei finanziamenti conseguenti da parte dell’U.E.( insomma reperire un adeguato rimedio tramite il Fondo Europeo per la Pesca - FEP 2007-2013). Il Commissario, pur avendo ribadito che è indispensabile risolvere “i problemi strutturali”, potrebbe essere deciso ad “allargare le maglie” di uno strumento basilare per i pescatori, attualmente appesantito da più severe condizioni.
Le associazioni chiedono, inoltre, l'estensione alla pesca della cassa integrazione prevista per il settore agricolo e l’individuazione di altri ammortizzatori sociali specifici per il settore; l’attuazione dell’IVA come in agricoltura; il recupero ingente sul differenziale dei prezzi alla produzione e al consumo; il fermo temporaneo con compensazioni economiche; la concentrazione delle risorse del FEP e la revisione del regolamento comunitario sugli Aiuti di Stato.
Peraltro le Pescherie incominciano a vendere in ogni città come ad Ancona il pescato (soprattutto sardoni ed alici) che viene importato soltanto dall’estero (Francia e Croazia).

Per il futuro è necessario riferirsi ad alcune considerazioni : le conclusioni del Vertice della FAO a Roma sono state deludenti e molto al di sotto delle aspettative per quanti si sentono impegnati contro la fame nel mondo, dato che continua a crescere la penuria di derrate alimentari di base, con conseguenze gravi e drammatiche per i paesi più poveri e continuano a crescere gli squilibri; questo tipo di globalizzazione e questo modello di sviluppo economico sono i responsabili di una violenza strutturale senza precedenti; per chi vive in occidente è più preoccupante l’aumento del petrolio, ma nel resto del mondo, se aumenta il prezzo delle derrate alimentari – si tenga conto che basta nella percentuale dell’1% - si produce nel mondo un effetto a catena di 16 milioni di persone che finiscono alla fame. Eppure in Europa si sovvenzionano le imprese di pesca, oltre che naturalmente gli agricoltori, perché producano meno cibo.
Così il recupero di una pesca sostenibile ed addirittura competitiva non può che passare in primis attraverso il recupero degli stocks ittici e la difesa degli ecosistemi marini, priorità coerentemente individuata negli impegni assunti in sede internazionale e comunitaria. Non deve, però, intravedersi il miglioramento delle risorse soltanto mediante la riduzione della capacità di pesca e, pertanto, l’abbandono dell’attività da parte di un crescente numero di pescatori. Le politiche tradizionali di tutela vanno integrate con strategie attive di gestione delle catture che direttamente intervengano sulla dimensione dei tempi di pesca, sulle modalità di esercizio delle tecniche adoperate, sulla regolamentazione degli stessi attrezzi da pesca,introducendo, magari, specifiche e localizzate misure tecniche di conservazione.


L’articolazione e la flessibilità delle strategie deve, poi, vedere il coinvolgimento diretto degli operatori del settore ai diversi livelli ed a seconda della programmazione nel tempo (nel medio e lungo periodo), senza trascurare gli input ed il ruolo rivestito dalle amministrazioni regionali . Bisogna assolutamente invertire la tendenza. Bisogna affermare una visione solidaristica del mondo e non prettamente utilitaristica. La grande sfida di questo secolo, infatti, è quella di globalizzare non solo gli interessi economici e commerciali, ma anche le attese di solidarietà.
Altri hanno detto e noi concordiamo che “bisogna far sì che prevalga il bene comune di tutti sul lusso di pochi e sulla miseria di molti”.

Domenico Leone - Sinistra Democratica ( settore Pesca)
On. Claudio Maderloni
Ancona, 12.6.2008

giovedì 5 giugno 2008

SINISTRA DEMOCRATICA RICOMINCIA: DUE ASSEMBLEE PUBBLICHE


Sono in programma due interessanti assemblee pubbliche


“Politica, sindacato,
rappresentanza del lavoro”

giovedì 12 giugno 2008 ore 17.00
Sala Mediateca Via Bernabei Ancona
con i compagni

On. Betty Leone (ex Segretario generale nazionale SPI-CGIL)

Luca Barbadoro (Consigliere provinciale SD)

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Trasporto Pubblico e Mobilità Sostenibile per
l'Area Metropolitana di Ancona
mercoledì 18 giugno 2008 ore 17.00
Sala Pagoda (Palazzo Consiglio Regionale Piazza Cavour Ancona)

Introduce Bruno Bertini Resp. Trasporti SD Ancona

Intervengono
Pietro Marcolini Ass. trasporti Regione Marche
Pierfrancesco Benaducci Ass. Porto e aziende Comune Ancona
Roberto Renzi Dir. Dip. Governo territorio Prov. Ancona

Conclude Massimo Binci Consigliere Regionale SD