domenica 28 settembre 2008

mercoledì 24 settembre 2008

11 OTTOBRE IN PIAZZA

L’11 ottobre Sinistra Democratica sarà in piazza e invita tutti a partecipare. Fermare oggi Berlusconi è un dovere democratico.Se la destra al governo, in pochi mesi, ha già fatto molti danni in materia di scuola, lavoro, convivenza civile, ambiente e cultura democratica, è perché non ha trovato finora chi la contrastasse sufficientemente.

Dare vita a una opposizione al governo Berlusconi che sia forte ed efficace è oggi una priorità assoluta. I tanti e le tante che non condividono questo indirizzo politico avverso alla scuola pubblica, punitivo verso lavoratori e pensionati, tollerante verso la xenofobia, compiacente con gli interessi di pochi potenti, debbono poter trovare nella manifestazione dell’11 ottobre un luogo dove ritrovarsi e avere voce.Un luogo che dialoghi con chi nei sindacati, nei luoghi di lavoro, sul territorio, nelle scuole già si sta attivando per fermare l’onda della destra.

Avremmo voluto una sola manifestazione di tutte le opposizioni. Poiché non si è potuto ottenere questo risultato occorre che quella dell’11 ottobre sia una giornata e una manifestazione aperta a tutti coloro che non condividono le politiche aggressive della destra. Non ultima quella di strozzare con una nuova legge elettorale la possibilità di una rappresentanza al parlamento europeo scelta democraticamente.

Dare forza insieme all’opposizione non confonde i diversi progetti politici: SD, ad esempio, ritiene che senza una sinistra del cambiamento sarà difficile creare una alternativa alla destra e per questo lavoriamo concretamente con molti altri alla Costituente della sinistra. Alla fine, per battere la destra, occorre una politica convincente

domenica 21 settembre 2008

LA PRIMA PIETRA

Costituente a sinistra, primo incontro con Fava e Vendola
Rachele Gonnelli DA l'Unità.it

Attorno ad un lungo tavolo ovale, ospiti della Casa internazionale delle Donne a Roma - luogo storico del movimento femminista - si riuniscono sabato, per la prima volta dopo la lunga estate di congressi e liti furibonde, gli stati maggiori della sinistra un tempo arcobaleno.
Si fonda proprio attorno a quel tavolo, la nuova casa della sinistra. «È la prima pietra», dice il segretario della Sinistra democratica Claudio Fava. Ma la forma è ancora poco più che un abbozzo, la giornata di discussione a porte chiuse un incontro poco più che «seminariale». E Nichi Vendola, governatore della Puglia, preferisce parlare, più che di prima pietra, dell'inizio di un «percorso» per ricostruire «una sinistra che prenda atto della sconfitta anche culturale» e torni a aggregarsi nel sociale, «nei territori». Insomma ad esistere e ad avere voce.

La sfumatura tra la «pietra» di Fava e il «percorso» di Vendola in verità è lieve. L'esperienza del cartello elettorale della Sinistra Arcobaleno uscita senza neppure un parlamentare dalle urne viene archiviata da entrambi in modo netto. E anche la prospettiva delle scadenze elezioni - sia il turno primaverile delle amministrative sia le europee con o senza soglia di sbarramento- è evocata solo come «punto di arrivo».

Così, da questa prima riunione della «costituente della sinistra» non esce nessun coordinamento o organigramma. Solo un comunicato in cui si parla di «orizzonte nuovo» ma anche di «nuove pratiche e linguaggi». Più un calendario per le successive tappe che dovranno portare a questo processo di riaggregazione.

La prima tappa è prevista già per sabato prossimo, 27 settembre, sempre a Roma, quando alla festa dell'area vendoliana di Rifondazione - a Garbatella - molti degli stessi oratori della riunione seminariale si troveranno a parlare in pubblico, cercando di entrare in collegamento anche con l'iniziativa delle "Cento Piazze" della Cgil. Poi, nell'agenda a breve, ci sarà la manifestazione nazionale convocata ancora una volta a Roma il prossimo 11 ottobre.

Per ora la «costituente» è animata, oltre che da Sd e vendoliani di Rifondazione - che comunque non vogliono concepirsi come corrente interna al Prc ma si identificano in qualcosa di più «largo e plurale» - anche da personaggi politici e del mondo della cultura e dello spettacolo: da Moni Ovadia a Ascanio Celestini e da Alberto Asor Rosa a Rita Borsellino. C'è uno spezzone dei Verdi, con l'ex sottosegretario Paolo Cento, e c'è l'area dissidente del Pdci, da Katia Belillo all'europarlamentare Claudio Guidoni. E molti altri, tra i quali anche Achille Occhetto, Aldo Tortorella, Fabio Mussi.

In mattinata alla prima riunione ha partecipato anche il segretario della Fiom Gianni Rinaldini che poi però ha dovuto abbandonare la discussione per andare a Gubbio, alla Festa nazionale della corrente di Rifondazione che fa capo a Claudio Grassi - "Essere comunisti" - dove era chiamato come oratore a un dibattito sempre sulla crisi della sinistra -dal titolo emblematico: "Ricominciare a sinistra, come e da dove?" - insieme a Oliviero Diliberto e Paolo Ferrero.

Il progetto di costituente di cui hanno iniziato a tessere la tela Fava e Vendola però al momento esclude sia il segretario del Pdci Diliberto sia quello di Rifondazione Ferrero. Anche se di fronte a una soglia di sbarramento per le elezioni europee tra il 3 e il 5 percento, secondo la modifica della legge elettorale che la maggioranza di centrodestra sembra orientata a voler approvare, potrebbe portare a rimescolare le carte. Per ora prevalgono i netti distinguo usciti dai congressi dei partiti. «La nostra idea di sinistra - spiega Fava - non sarà un'opzione minoritaria».

Vendola è persino più duro nel giudizio. «Non riesco a pensare che resti solo una opposizione di corto respiro e in stato confusionale o una che si rinchiude in recinti e in invocazioni di una identità nostalgica». Per lui è fondamentale intanto guarire dal «torcicollo», da una sindrome che vede la sinistra innamorata solo del proprio passato, una sinistra ideologica che essendo «finita in un dirupo» «cerca solo di sopravvivere» aggrappata a vecchi simboli e richiami ideologici. Oltretutto sbagliati. «Io non posso partecipare a un corteo dove si suonano inni che riportano a un passato stalinista -chiarisce-. Non credo a una lettura solo storiografica dello stalinismo, non credo più, e ci ho creduto ma ora non più, a una ideologia giustificazionista rispetto a certi eventi storici, la rottura deve essere netta».

domenica 7 settembre 2008

DOCUMENTO DIREZIONE NAZIONALE 6 SETTEMBRE

Un nuovo inizio per il futuro della sinistra italiana

1. La ripresa politica vede l’Italia di fronte a crescenti contraddizioni, squilibri e ingiustizie che da tempo ne frenano lo sviluppo -non soltanto economico ma sociale e ambientale- ma che ora vengono pesantemente aggravate dal procedere spedito di questo governo verso la rapida attuazione del suo programma.
In soli pochi mesi, disponendo di una larga maggioranza parlamentare e attraverso un uso distorto delle procedure istituzionali come delle norme costituzionali, la destra al governo sta mettendo in discussione i due pilastri fondamentali che reggono la vita democratica di un paese, l’equità sociale e i diritti civili. Tanto le importanti conquiste consolidate nel corso di decenni di vita e di lotta democratica, quanto le reali possibilità di attuare quelle vere riforme di cui l’Italia ha sempre più bisogno.
Questo riguarda fondamentali beni pubblici che segnano la qualità dello stato sociale di un paese e su cui si misura la vita quotidiana di donne e uomini: salute, istruzione e formazione. La scuola italiana è con questo governo sotto un attacco che svilisce la qualità educativa e pedagogica da trasmettere alle ragazze e ai ragazzi, umilia il lavoro di tanti insegnanti capaci, e quindi crea distacco tra società, famiglie e istituzioni scolastiche. E riguarda ancor di più la realtà attuale del mondo del lavoro oggi nel nostro Paese: perdita di centralità, precarietà persistente, condizioni materiali di lavoro sempre più insicure e pesanti, salari da troppo tempo fermi e troppo bassi, volontà di ridurre l’azione e il ruolo della rappresentanza sindacale.

2. E tuttavia l’azione devastatrice di questo governo non incontra ancora, a diversi mesi ormai dal voto di aprile, un’opposizione politica capace di resistere agli attacchi della destra e di indicare la possibilità di diversa prospettiva politica per l’Italia.
L’opposizione non solo tarda a organizzarsi, ma corre il serio rischio di presentarsi divisa, chiusa nel recinto, largo o angusto che sia, delle diverse logiche identitarie, incapaci di produrre quell’ampia, diffusa, forte partecipazione unitaria che l’opposizione deve avere oggi in Italia se vuole essere efficace e rialzare la testa di fronte ai colpi di questo governo.
E’ per questo che Sinistra Democratica – nata non già come ennesimo partito politico ma come movimento politico che ha il principale obiettivo di unire la sinistra e costruire un nuovo centrosinistra per governare l’Italia – ritiene si debbano individuare i punti essenziali di una comune piattaforma, quegli stessi su cui le azioni del governo rendono ogni giorno più pesante la vita materiale di tanta parte della popolazione, e si debbano dare segnali inequivocabili di unità e di mobilitazione prima di tutto nei suoi territori.
Ed è per questo, quindi, che Sd non condivide l’ipotesi di svolgere, ad ottobre, diverse e distinte manifestazioni dell’opposizione nel paese, incapaci nei fatti di parlarsi, con l’unico risultato di lanciare un messaggio identitario e di divisione ulteriore. Troppo poco di fronte ad una realtà così pesante e troppo poco anche di fronte agli insegnamenti che tutti dobbiamo trarre dalle divisioni e dagli errori che hanno segnato, in tutto il campo del centrosinistra, l’ultima campagna elettorale.
Ecco perché noi riteniamo necessario costruire una piattaforma e una mobilitazione del’’opposizione. E’ così che si può mettere in moto una doppia speranza. Che un’opposizione finalmente c’è, si organizza, mobilita soggetti e coscienze, unisce. E che da una simile opposizione si può partire, certo in un percorso ancora aperto e difficile, per costruire un nuovo centrosinistra per il governo dell’Italia.
Noi intendiamo lavorare per questo semplice, ma fondamentale obiettivo e ci rivolgiamo a tutti gli interlocutori del centrosinistra come alle tante diverse realtà in ogni parte del territorio del paese che chiedono segnali di speranza e di risposta politica efficace.

3. La nostra prospettiva politica già delineata a Chianciano pochi mesi fa e ribadita nel corso dei lavori della nostra Direzione, guarda alla Costituente della sinistra italiana come all’unica reale possibilità di mettere in moto un processo che da subito e già nelle elezioni amministrative ed europee indichi la strada per dare all’Italia quella sinistra politica che oggi non ha più. Dotata di autonomia culturale e organizzativa, di cultura di governo, di profilo europeo, capace di ridare centralità al valore del lavoro e alla laicità dello Stato.

Sarà un percorso lungo nel tempo ma che occorre avviare ora. Ecco perché guardiamo all’incontro del 20 settembre, al quale parteciperanno autorevoli figure rappresentative della sinistra nella cultura, nel sociale e nel mondo del lavoro, della politica e dei movimenti, come all’occasione che, dopo la sconfitta elettorale e gli esiti dei diversi congressi dei partiti di luglio, metta in moto un nuovo inizio per il futuro della sinistra italiana.

Viterbo, sabato 6 settembre 2008