Egregio Sindaco Fabiano Belcecchi, personalmente ho partecipato alla presentazione del movimento di Sinistra Democratica per il Socialismo Europeo: ho visto gioia, determinazione, passione. Ho sentito molti compagni riflettere, discutere, convergere sulle posizioni di Mussi, di Angius, di Spini e di altri .Un quarto del partito ha aderito sincero, di cui si deve tener conto.
Se il 25% del partito dice no al Partito Democratico, il malessere è ben più diffuso. Basta guadarsi intorno. Non c’è l’entusiasmo, non c’è la passione che mi aspetterei per la nascita di qualcosa di forte e nuovo.Ma come siamo arrivati a questo punto?
La mia analisi non intende essere risolutiva, ma serena e tranquilla.Tutto nasce dalla crisi della politica, che ovviamente ha coinvolto anche il partito dei DS.
Intorno a noi, soprattutto se penso alla mia generazione, c’è ancora interesse e passione.Il progressivo indebolimento dei grandi soggetti della politica di massa ha lasciato il governo solo davanti all’opinione pubblica, senza intermediari in grado di tradurre in politica le istanze e i conflitti dei cittadini.
Così piano piano è cresciuta l’auto legittimazione che è sinonimo dell’ antipolitica.
Due facce di uno stesso equilibrio precario.
Il rischio è che nel vortice possa venire risucchiata la stessa democrazia.I partiti vincono, ma non convincono(vedi ultime elezioni comunali). Sono statici, ingessati nei loro apparati burocratici, impermeabili al mondo che li circonda.
Sono ormai rappresentativi solo di loro stessi e delle lobby che li sostengono.
I cittadini stanno da un’altra parte e ci considerano inaffidabili.
Troppe volte abbiamo sentito dire “siete tutti uguali”.
La cosa mi ferisce molto, perché è vero.
Anche il presidente Napolitano ha avvertito la necessità di un appello in questo senso.
Con onestà, torniamo a chiederci: dov’è finita la questione morale? Ecco, i miei pensieri la mia minima attitudine alla preveggenza, invece, mi fa temere dibattiti infuocati su temi e principi eticamente sensibili, tipo immigrazione e convivenza etnica. Esiste un’alternativa a tutto questo? Dall’altra parte ci siamo noi, quelli considerati “estremisti”, con la nostra “scandalosa” proposta si riparte da qui, dal nostro movimento SD per il Socialismo Europeo.Un movimento che vuole rinnovare i suoi organismi dirigenti, le sue strategie, le sue idee, che si vuole adeguare alla società del secondo millennio.
Una politica che torni a parlare ai giovani e si occupi dei loro problemi.
Un partito che parli di valore del lavoro, etica delle professioni, responsabilità dell’impresa, libertà delle persone, diritti estesi a tutti, laicità dello stato, primato del sapere, innovazione tecnologica, sostenibilità dello sviluppo, principi morali nuovi nella politica e nell’esercizio del potere.
Un movimento di sinistra con una forte connotazione ambientalista e pacifista. Un movimento che si caratterizzerà per l’essere di sinistra, laico e socialista.Oggi la politica riesce solo a pensare a come disegnare ed assestare se stessa: quale legge elettorale, quale aggregazione dei partiti, quali sistemi di divisione del potere?
Resta fuori il rapporto con le persone, con i movimenti, quale cultura serve per affrontare il progetto politico e sociale che riguarda l’immigrazione.
Vorrei che i vari pezzi della sinistra riuscissero a concentrarsi su questo, a produrre idee su questi temi, invece di perdere tempo a progettare nuovi schemi, nuove architetture di potere.
Da troppi anni, non siamo più in grado di dare riferimenti certi, valori, idee chiare.
L’affannosa ricerca del consenso dell’elettorato moderato, ci ha spinto al compromesso, al condire ogni frase coi se e i ma, ad indugiare, a ritrattare appena gli altri storcono il naso. Quante difficoltà hai incontrato per nominare la nuova giunta?
Dobbiamo invece rientrare in sintonia coi bisogni e i problemi della gente, quando il partito ha preso posizione e si è aperto alle grandi battaglie civili, penso alla lotta contro l’abolizione dell’articolo 18, alle manifestazioni per la pace e la giustizia, ebbene, quella volta abbiamo ottenuto grandi vittorie, in piazza c’erano migliaia di persone con noi. Nessuno sottovaluta la necessità della mediazione.
Non siamo in grado di governare da soli, perciò dobbiamo negoziare i nostri progetti per elaborare un programma elettorale di gestione del Paese. Qui sta il grande ruolo dell’Ulivo, inteso come quello del ’96: la coalizione che fa sintesi tra diverse posizioni che convergono, pur mantenendo la loro identità.
Grazie a questa politica, è nata l’esperienza dell’Unione, che ci ha portato alla vittoria delle elezioni.
Che ha portato, per la prima volta in questo Paese, tutta la sinistra italiana al governo.Un partito però è una cosa ben diversa da un programma. Non possiamo nasconderci dietro la libertà di coscienza su temi spinosi ma cruciali che si rifanno a ben precisi valori etici.
Un partito deve avere una piattaforma ideale, che sia la sua carta d’identità.Quale dovrebbe essere quella del Partito Democratico?
Praticamente i riferimenti del futuro partito sono una somma della ideologia occidentale.
C’è dentro di tutto e di più. Con alcune astuzie del pensiero si è riusciti a mettere insieme persino cristianesimo e illuminismo, due concetti notoriamente incompatibili, considerato che credono nella restaurazione della DC sinonimo di grande centro.In questa offuscata atmosfera politica, rende bene quanto sia nebuloso e confuso il progetto, manca una cosa sola: un qualsiasi riferimento al socialismo democratico e riformista.Ti sembra una questione di poco conto? Ricordo bene che all’ultimo congresso nazionale DS abbiamo votato all’unanimità di scriverlo per esteso: Partito Socialista Europeo!
Leggerlo per esteso è stato per noi motivo di orgoglio.
Devo essermi distratto negli ultimi tre anni, perché ora ne usciamo e la cosa passa quasi come un passaggio politico consequenziale alla sua nascita avvenuta nel 1998.
Per quanto mi riguarda resto fermo qui, si tratta ora di ricostruire un movimento di sinistra che faccia parte del PSE.Quello che sta succedendo nel nostro paese impone un rafforzamento delle culture critiche di riferimento, l’Italia chiede una nuova visione socialista e riformista.
Tutto ci parla del bisogno di sinistra, di una forza di governo italiana che avvii quel processo rinnovatore che riguarda Noi lo SDI, i VERDI, il PDCI e Rifondazione.
Non si avverte invece l’esigenza di slittamenti centristi.
L’intervento di Veltroni ha sparigliato le carte, ma ha dato l’impressione di essere il “pifferaio magico”, in ogni caso il Partito Democratico sarà un partito di centro”.
Noi ci muoveremo nella direzione che è ortogonale al centro, a sinistra.
Il Partito Democratico che verrà rischia di nascere dal compromesso dei resti di due partiti, DS e Margherita, dall’accordo fra i gruppi che prevarranno al loro interno, dall’intesa con quelli che decideranno di restare.
Un cartello di correnti, fazioni, leaders. Nessuno dei quali disponibile a perdere la visibilità. Un partito che nasce non per passione ma per necessità d’incarico.
Noi non possiamo e non dobbiamo rinunciare a valori come socialismo e laicità, noi abbiamo l'obbligo di conservare alla nostra identità.A breve si aprirà la Costituente del Partito Democratico, noi siamo pronti per altri processi a sinistra.
Tra la sinistra cosiddetta radicale e il nuovo partito di centro, si creerà un vuoto.
Qualcosa lo riempirà. Siamo convinti di rimanere ed essere i fondamentali meccanismi dell’Unione.
Noi siamo consapevoli che l’Italia chiede un’autonoma sinistra di governo, democratica e d’ispirazione socialista.
Noi “Sinistra Democratica per il socialismo Europeo”ci facciamo portatori di questa istanza. Noi scommettiamo su questo Movimento politico.L’Italia ha bisogno e merita un grande e forte partito di sinistra.
Egregio Sindaco, noi non chiediamo nulla, però rivendichiamo il diritto di rappresentanza e di interlocuzione istituzionale e politica che legittimamente spetta a chi ha concorso alla tua rielezione con apporto di consensi che molto probabilmente hanno permesso di ridurre il pesante insuccesso elettorale della lista unica.
Noi abbiamo rappresentato le nostre idee, se in seguito ritenessi opportuno sentirci, noi saremo pronti a dare il nostro contributo politico sereno e leale.
Auguriamo “Buon governo”, a Te ed alla tua Giunta, al servizio della nostra città ma soprattutto delle categorie di cittadini più deboli.
Un caro saluto
Coordinamento Sinistra Democratica per il Socialismo Europeo - JESI.
Silvano GATTINI
Jesi lì, 30/06/2007
Se il 25% del partito dice no al Partito Democratico, il malessere è ben più diffuso. Basta guadarsi intorno. Non c’è l’entusiasmo, non c’è la passione che mi aspetterei per la nascita di qualcosa di forte e nuovo.Ma come siamo arrivati a questo punto?
La mia analisi non intende essere risolutiva, ma serena e tranquilla.Tutto nasce dalla crisi della politica, che ovviamente ha coinvolto anche il partito dei DS.
Intorno a noi, soprattutto se penso alla mia generazione, c’è ancora interesse e passione.Il progressivo indebolimento dei grandi soggetti della politica di massa ha lasciato il governo solo davanti all’opinione pubblica, senza intermediari in grado di tradurre in politica le istanze e i conflitti dei cittadini.
Così piano piano è cresciuta l’auto legittimazione che è sinonimo dell’ antipolitica.
Due facce di uno stesso equilibrio precario.
Il rischio è che nel vortice possa venire risucchiata la stessa democrazia.I partiti vincono, ma non convincono(vedi ultime elezioni comunali). Sono statici, ingessati nei loro apparati burocratici, impermeabili al mondo che li circonda.
Sono ormai rappresentativi solo di loro stessi e delle lobby che li sostengono.
I cittadini stanno da un’altra parte e ci considerano inaffidabili.
Troppe volte abbiamo sentito dire “siete tutti uguali”.
La cosa mi ferisce molto, perché è vero.
Anche il presidente Napolitano ha avvertito la necessità di un appello in questo senso.
Con onestà, torniamo a chiederci: dov’è finita la questione morale? Ecco, i miei pensieri la mia minima attitudine alla preveggenza, invece, mi fa temere dibattiti infuocati su temi e principi eticamente sensibili, tipo immigrazione e convivenza etnica. Esiste un’alternativa a tutto questo? Dall’altra parte ci siamo noi, quelli considerati “estremisti”, con la nostra “scandalosa” proposta si riparte da qui, dal nostro movimento SD per il Socialismo Europeo.Un movimento che vuole rinnovare i suoi organismi dirigenti, le sue strategie, le sue idee, che si vuole adeguare alla società del secondo millennio.
Una politica che torni a parlare ai giovani e si occupi dei loro problemi.
Un partito che parli di valore del lavoro, etica delle professioni, responsabilità dell’impresa, libertà delle persone, diritti estesi a tutti, laicità dello stato, primato del sapere, innovazione tecnologica, sostenibilità dello sviluppo, principi morali nuovi nella politica e nell’esercizio del potere.
Un movimento di sinistra con una forte connotazione ambientalista e pacifista. Un movimento che si caratterizzerà per l’essere di sinistra, laico e socialista.Oggi la politica riesce solo a pensare a come disegnare ed assestare se stessa: quale legge elettorale, quale aggregazione dei partiti, quali sistemi di divisione del potere?
Resta fuori il rapporto con le persone, con i movimenti, quale cultura serve per affrontare il progetto politico e sociale che riguarda l’immigrazione.
Vorrei che i vari pezzi della sinistra riuscissero a concentrarsi su questo, a produrre idee su questi temi, invece di perdere tempo a progettare nuovi schemi, nuove architetture di potere.
Da troppi anni, non siamo più in grado di dare riferimenti certi, valori, idee chiare.
L’affannosa ricerca del consenso dell’elettorato moderato, ci ha spinto al compromesso, al condire ogni frase coi se e i ma, ad indugiare, a ritrattare appena gli altri storcono il naso. Quante difficoltà hai incontrato per nominare la nuova giunta?
Dobbiamo invece rientrare in sintonia coi bisogni e i problemi della gente, quando il partito ha preso posizione e si è aperto alle grandi battaglie civili, penso alla lotta contro l’abolizione dell’articolo 18, alle manifestazioni per la pace e la giustizia, ebbene, quella volta abbiamo ottenuto grandi vittorie, in piazza c’erano migliaia di persone con noi. Nessuno sottovaluta la necessità della mediazione.
Non siamo in grado di governare da soli, perciò dobbiamo negoziare i nostri progetti per elaborare un programma elettorale di gestione del Paese. Qui sta il grande ruolo dell’Ulivo, inteso come quello del ’96: la coalizione che fa sintesi tra diverse posizioni che convergono, pur mantenendo la loro identità.
Grazie a questa politica, è nata l’esperienza dell’Unione, che ci ha portato alla vittoria delle elezioni.
Che ha portato, per la prima volta in questo Paese, tutta la sinistra italiana al governo.Un partito però è una cosa ben diversa da un programma. Non possiamo nasconderci dietro la libertà di coscienza su temi spinosi ma cruciali che si rifanno a ben precisi valori etici.
Un partito deve avere una piattaforma ideale, che sia la sua carta d’identità.Quale dovrebbe essere quella del Partito Democratico?
Praticamente i riferimenti del futuro partito sono una somma della ideologia occidentale.
C’è dentro di tutto e di più. Con alcune astuzie del pensiero si è riusciti a mettere insieme persino cristianesimo e illuminismo, due concetti notoriamente incompatibili, considerato che credono nella restaurazione della DC sinonimo di grande centro.In questa offuscata atmosfera politica, rende bene quanto sia nebuloso e confuso il progetto, manca una cosa sola: un qualsiasi riferimento al socialismo democratico e riformista.Ti sembra una questione di poco conto? Ricordo bene che all’ultimo congresso nazionale DS abbiamo votato all’unanimità di scriverlo per esteso: Partito Socialista Europeo!
Leggerlo per esteso è stato per noi motivo di orgoglio.
Devo essermi distratto negli ultimi tre anni, perché ora ne usciamo e la cosa passa quasi come un passaggio politico consequenziale alla sua nascita avvenuta nel 1998.
Per quanto mi riguarda resto fermo qui, si tratta ora di ricostruire un movimento di sinistra che faccia parte del PSE.Quello che sta succedendo nel nostro paese impone un rafforzamento delle culture critiche di riferimento, l’Italia chiede una nuova visione socialista e riformista.
Tutto ci parla del bisogno di sinistra, di una forza di governo italiana che avvii quel processo rinnovatore che riguarda Noi lo SDI, i VERDI, il PDCI e Rifondazione.
Non si avverte invece l’esigenza di slittamenti centristi.
L’intervento di Veltroni ha sparigliato le carte, ma ha dato l’impressione di essere il “pifferaio magico”, in ogni caso il Partito Democratico sarà un partito di centro”.
Noi ci muoveremo nella direzione che è ortogonale al centro, a sinistra.
Il Partito Democratico che verrà rischia di nascere dal compromesso dei resti di due partiti, DS e Margherita, dall’accordo fra i gruppi che prevarranno al loro interno, dall’intesa con quelli che decideranno di restare.
Un cartello di correnti, fazioni, leaders. Nessuno dei quali disponibile a perdere la visibilità. Un partito che nasce non per passione ma per necessità d’incarico.
Noi non possiamo e non dobbiamo rinunciare a valori come socialismo e laicità, noi abbiamo l'obbligo di conservare alla nostra identità.A breve si aprirà la Costituente del Partito Democratico, noi siamo pronti per altri processi a sinistra.
Tra la sinistra cosiddetta radicale e il nuovo partito di centro, si creerà un vuoto.
Qualcosa lo riempirà. Siamo convinti di rimanere ed essere i fondamentali meccanismi dell’Unione.
Noi siamo consapevoli che l’Italia chiede un’autonoma sinistra di governo, democratica e d’ispirazione socialista.
Noi “Sinistra Democratica per il socialismo Europeo”ci facciamo portatori di questa istanza. Noi scommettiamo su questo Movimento politico.L’Italia ha bisogno e merita un grande e forte partito di sinistra.
Egregio Sindaco, noi non chiediamo nulla, però rivendichiamo il diritto di rappresentanza e di interlocuzione istituzionale e politica che legittimamente spetta a chi ha concorso alla tua rielezione con apporto di consensi che molto probabilmente hanno permesso di ridurre il pesante insuccesso elettorale della lista unica.
Noi abbiamo rappresentato le nostre idee, se in seguito ritenessi opportuno sentirci, noi saremo pronti a dare il nostro contributo politico sereno e leale.
Auguriamo “Buon governo”, a Te ed alla tua Giunta, al servizio della nostra città ma soprattutto delle categorie di cittadini più deboli.
Un caro saluto
Coordinamento Sinistra Democratica per il Socialismo Europeo - JESI.
Silvano GATTINI
Jesi lì, 30/06/2007
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