giovedì 5 aprile 2007

SONDAGGI: IL PARTITO DEMOCRATICO AL 25%

Da Affari Italiani

Terremoto nell'Ulivo per il sondaggio condatto da Ipr Marketing che assegna al futuro partito democratico un misero 25%, il 6,3% in meno rispetto a quanto ottenuto dalla lista unitaria Ds-Margherita alle Politiche dell'anno scorso (31,3%).

Questo dato "mi preoccupa. Ma non sta scritto da nessuna parte - osserva Arturo Parisi - che resti al 25%. Lavoreremo perché questo non accada". Per il ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, il sondaggio "mette in luce problemi di consenso per la maggioranza e per noi del governo prima ancora che sulle chance future del partito democratico".

Ma che cosa pensano gli altri sondaggisti delle difficoltà del Pd? Affari lo ha chiesto a sei dei principali ricercatori italiani.

"Vale certamente meno delle elezioni politiche", afferma Nando Pagnoncelli, presidente dell’Ipsos. Secondo Alessandra Ghisleri (Euromedia Research) "oscilla tra il 25 e il 27%". Pessimista sul partito democratico anche Alessandro Amadori (Coesis Research): "Se arriva al 29% è tanto, è in forte calo rispetto a 6-8 mesi fa. Si colloca tra il 27 e il 29%. Per i Ds è grasso che cola se arrivano al 17%, mentre la Margherita è tra il 10 e l'11%". Per il presidente dell'Swg Roberto Weber "a essere ottimisti si colloca tra il 25 e il 26%". Renato Mannheimer spiega che "il mercato potenziale del partito democratico è il 37%; ovvero la cifra degli elettori che lo prendo in considerazione. Però magari neanche la metà lo votano. Il 37% è il massimo. Ma attualmente vale un filino meno della somma di Ds e Margherita". E infine Nicola Piepoli, secondo il quale "la configurazione attuale assegna al Pd circa il 30%. Ma poi oscillerà, quanto porterà via Mussi? Bisognerà valutarlo".

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