Cari compagni, vi mando queste riflessioni per la eventuale pubblicazione sul blog.
Venerdì scorso, 9 febbraio, è tornata a riunirsi la Direzione provinciale. L'OdG era davvero "succoso" tra i commenti alle cosiddette "primarie interne" per la candidatura a Presidente della provincia ed i Regolamenti congressuale e per le elezioni amministrative.
A chi magnificava le "primarie interne" come una grande prova di democrazia, abbiamo dovuto contrapporre l'opinione che si è trattato, più che altro, di una grande occasione mancata.
I compagni delle Sezioni hanno una grande voglia di partecipare. Ma la partecipazione non deve essere "taroccata".
Il modo in cui è stata gestita l'informazione sul Regolamento (le lettere sono arrivate agli iscritti dopo la scadenza del termine per la presentazione di proposte di candidatura...) e, soprattutto, i tempi strettissimi - imposssibili - imposti dal Regolamento per la presentazione delle candidature (venerdi 26 gennaio) e lo svolgimento della consultazione (4 febbraio) ha fatto sì che, alla fine, le cd. "primarie" si siano risolte in un confronto tra i "supporters" e "tifoserie".
Situazione alla quale anche la Sinistra interna ha dovuto - gioco forza - assoggettarsi.
Tutta la vicenda denota una concezione assai "originale" (per non dire altro...) della "partecipazione democratica"!
Tale partecipazione alle scelte politiche - prevista, dallo Statuto DS, ad un tempo come un diritto e come un dovere per tutti gli Iscritti - ha come pre-condizione il fatto che tutti siano concretamente posti nella condizione di conoscere i propri diritti ed i propri doveri e di poterli esercitare in modo concreto e pieno.
"Partecipazione democratica" non vuol dire solo prendere parte, più o meno passivamente, a certi "riti".
Non è riducibile alla mera possibilità di scegliere all'interno di una "rosa" di nomi (nel caso in esame, davvero striminzita, che non fa onore alle grandi potenzialità umane e politiche che i DS hanno) ma concorrere, innanzitutto, a formarla.
Non è un "prendere o lasciare", ma la possibilità di avere un ruolo da protagonista attivo e consapevole.
Tutto ciò avrebbe richiesto - come avevamo proposto nel corso della riunione della Direzione provinciale - un "doppio passaggio" nelle Sezioni: una volta per raccogliere le proposte di candidatura; una seconda volta per esprimere le proprie preferenze (con le "primarie"). Il tutto, ovviamente, dopo una breve fase in cui i vari "candidati" potevano presentarsi e presentare le proprie "dichiarazioni di intenti" programmatiche e politiche.
Niente di ciò è accaduto e questo rappresenta una grave responsabilità politica dell'attuale gruppo dirigente della nostra Federazione e della maggioranza "fassiniana".
Vale la pena di riflettere su questa vicenda non tanto e non solo per il fatto in sè, ma per trarre valutazioni di carattere più generale sullo stato reale del Partito, sui suoi mutamenti antropologici, su una certa degenarazione della sua vita interna.
Se a molti di noi "questi DS, così come sono, non piacciono tanto" non è solo perchè siamo inguaribili bastian-contrari!
Forse è perchè pensiamo che i DS o sono un partito davvero Democratico e davvero di Sinistra, o - semplicemente - non sono.
Forse è perchè pensiamo che gli iscritti debbono essere sempre ritenuti i veri detentori della sovranità nel Partito, i decisori reali delle scelte più (o meno) importanti e non solo una specie di "popolo bue" (chiedo scusa per questa frase un po' forte, ma non me ne vengono altre... più diplomatiche) da portare per la cavezza "dove vole el padrò"!
Come vedete, così dicendo, siamo dentro a tutto tondo alle scelte congressuali che ci attendono e che riguardano, innanzitutto, "I DS che vogliamo".
La discussione è aperta... diamo fuoco alle polveri (sia chiaro, è solo un modo di dire)!
Riccardo.
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