(ANSA) - ROMA, 14 FEB -
La scuola cattolica, e i fondi da destinare ad essa, tornano a dividere Ds e Margherita. Anche se il recente Manifesto del Partito democratico parla di un ''sistema pubblico integrato'', forse il clima surriscaldato dalla crociata di Ruini sui Dico, ha fatto rialzare vecchi steccati.
Alla riunione del gruppo dell'Ulivo, convocata ieri sera per parlare delle liberalizzazioni, diversi esponenti della Quercia hanno chiesto di stralciare le norme sulle donazioni alla scuola, o almeno di escludere quelle agli istituti privati.
Richiesta respinta dalla Margherita e anche dal governo, che era presente alla riunione con la sottosegretaria alla Pubblica istruzione Mariangela Bastico e il ministro Pierluigi Bersani, entrambi Ds.
Ad aprire la ''querelle'' ci ha pensato Alba Sasso. La possibilita' di defiscalizzare le donazioni alle scuole, ha detto la parlamentare, finira' per portare risorse solo alle scuole private e nessun beneficio alle pubbliche. Anzi, rischia addirittura di sottrarle. Infatti la copertura finanziaria di questa norma c'e' solo per due anni, dopo di che il ministro Padoa Schioppa ha detto che la copertura avverra' con i fondi del ministero dell'Istruzione.
''A quel punto - ha detto Sasso - daremo alle scuole private e in piu' toglieremo a quelle pubbliche. Inaccettabile''. La critica e' stata sposata da Walter Tocci, secondo il quale queste norme sono ''foriere di un messaggio devastante''. E cioe', ''se al ragazzo povero viene solo il sospetto che l'amico ricco e' promosso per la donazione del padre alla scuola, allora il messaggio sara' devastante''.
Tocci ha poi criticato la decisione di inserire le norme sulla scuola ''in modo surrettizio'' nel decreto sulle liberalizzazioni. Tutte le nuove norme sulla scuola andavano piuttosto inserite in un provvedimento organico: ''stiamo attenti - ha ammonito - che i decreti omnibus hanno un iter parlamentare faticoso, anche al nostro interno''.
Sarcastica la battuta di Paolo Gambescia: ''vorra' dire che la retta dei 'somari' iscritte alle private passera' da 10.000 euro, a 10.000 piu' 40.000 di donazione''.
Ferma la difesa di tutte le norme sulla scuola inserite nel decreto fatta dal deputato della Margherita, Antonio Rusconi, membro della commissione Cultura e uomo vicino al ministro dell'Istruzione Beppe Fioroni.
E alla fine anche il sottosegretario Mariangela Bastico ha dovuto difendere le donazioni alla scuola cattolica. ''Questo e' un pacchetto - ha spiegato - di carattere politico, che permette di costruire qualcosa con le minoranze''. E poi, ha aggiunto, ''e' una scelta equilibrata'' perche' si prevede un meccanismo per impedire il conflitto di interessi: ''chi fa delle donazioni e' fuori dagli organi collegiali''. Anzi, semmai le maglie andranno allargate, con un emendamento che spieghi che ''chi fa delle piccole donazioni, per esempio un genitore che regala alla scuola la carta o un computer usato, puo' far parte degli organi collegiali''.
Poche le riflessioni di Bersani, ma inequivocabili: ''Quello delle donazioni e' un tema coerente con il decreto. E' un esercizio di liberta'''. ''Si puo' ovviare a questi problemi - ha concluso - trovando una formula adeguata''. (ANSA).
La scuola cattolica, e i fondi da destinare ad essa, tornano a dividere Ds e Margherita. Anche se il recente Manifesto del Partito democratico parla di un ''sistema pubblico integrato'', forse il clima surriscaldato dalla crociata di Ruini sui Dico, ha fatto rialzare vecchi steccati.
Alla riunione del gruppo dell'Ulivo, convocata ieri sera per parlare delle liberalizzazioni, diversi esponenti della Quercia hanno chiesto di stralciare le norme sulle donazioni alla scuola, o almeno di escludere quelle agli istituti privati.
Richiesta respinta dalla Margherita e anche dal governo, che era presente alla riunione con la sottosegretaria alla Pubblica istruzione Mariangela Bastico e il ministro Pierluigi Bersani, entrambi Ds.
Ad aprire la ''querelle'' ci ha pensato Alba Sasso. La possibilita' di defiscalizzare le donazioni alle scuole, ha detto la parlamentare, finira' per portare risorse solo alle scuole private e nessun beneficio alle pubbliche. Anzi, rischia addirittura di sottrarle. Infatti la copertura finanziaria di questa norma c'e' solo per due anni, dopo di che il ministro Padoa Schioppa ha detto che la copertura avverra' con i fondi del ministero dell'Istruzione.
''A quel punto - ha detto Sasso - daremo alle scuole private e in piu' toglieremo a quelle pubbliche. Inaccettabile''. La critica e' stata sposata da Walter Tocci, secondo il quale queste norme sono ''foriere di un messaggio devastante''. E cioe', ''se al ragazzo povero viene solo il sospetto che l'amico ricco e' promosso per la donazione del padre alla scuola, allora il messaggio sara' devastante''.
Tocci ha poi criticato la decisione di inserire le norme sulla scuola ''in modo surrettizio'' nel decreto sulle liberalizzazioni. Tutte le nuove norme sulla scuola andavano piuttosto inserite in un provvedimento organico: ''stiamo attenti - ha ammonito - che i decreti omnibus hanno un iter parlamentare faticoso, anche al nostro interno''.
Sarcastica la battuta di Paolo Gambescia: ''vorra' dire che la retta dei 'somari' iscritte alle private passera' da 10.000 euro, a 10.000 piu' 40.000 di donazione''.
Ferma la difesa di tutte le norme sulla scuola inserite nel decreto fatta dal deputato della Margherita, Antonio Rusconi, membro della commissione Cultura e uomo vicino al ministro dell'Istruzione Beppe Fioroni.
E alla fine anche il sottosegretario Mariangela Bastico ha dovuto difendere le donazioni alla scuola cattolica. ''Questo e' un pacchetto - ha spiegato - di carattere politico, che permette di costruire qualcosa con le minoranze''. E poi, ha aggiunto, ''e' una scelta equilibrata'' perche' si prevede un meccanismo per impedire il conflitto di interessi: ''chi fa delle donazioni e' fuori dagli organi collegiali''. Anzi, semmai le maglie andranno allargate, con un emendamento che spieghi che ''chi fa delle piccole donazioni, per esempio un genitore che regala alla scuola la carta o un computer usato, puo' far parte degli organi collegiali''.
Poche le riflessioni di Bersani, ma inequivocabili: ''Quello delle donazioni e' un tema coerente con il decreto. E' un esercizio di liberta'''. ''Si puo' ovviare a questi problemi - ha concluso - trovando una formula adeguata''. (ANSA).
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