Risposta di Fabio Mussi all'intervista di Rutelli al corriere della sera del 5 marzo.
Mussi: Rutelli? Onesto, ma è la fine del progetto unitario. di Monica Guerzoni, dal Corriere della Sera 6 marzo 2007
Se fossimo in una situazione politicamente e intellettualmente ordinata, dopo un'intervista così il processo di costruzione del Pd dovrebbe fermarsi.
Furioso con Rutelli, ministro Fabio Mussi?
Ho un rispetto assoluto per la posizione che il vicepremier ha espresso al Corriere. Ma Rutelli dice tre cose. I Dico non sono una priorità. In Francia sosterrà Bayrou e non la Royal. E il Pd non entrerà mai nel Pse.
Quindi stop, retromarcia, fine dell'unità riformista?
Mancano i fondamenti. Del resto, la posizione di Rutelli è onesta.
Quella di Fassino non lo è?
Nei discorsi dice che il nuovo partito deve stare nel Pse, ma non lo ha scritto nella mozione che i nostri iscritti voteranno al Congresso, dove il problema è affrontato con ambiguità.
Congresso a carte truccate?
E' un modo per rassicurare i compagni. I quali scopriranno dopo qual è l'approdo di un partito per la cui costituzione sono chiamati a votare.
La nuova casa dei riformisti.
Questo discorso della nuova casa l'ho sentito anche nel 2003, quando io, che nel '95 avevo contribuito alla costituzione dell'Ulivo, mi opposi alla lista unitaria per le Europee ponendo una questione: dove finiscono gli eletti una volta in Europa? Bene, quelli dei Ds sono finiti nel Pse e quelli della Margherita nel gruppo liberaldemocratico. Come si vede non è una bizza porre con forza la questione delle appartenenze.
E' il solo motivo per cui non entrerà nel Pd?
Un motivo forte. Un altro centinaio di ragioni in quel Manifesto dei Saggi...
Ce ne dica due.
Il modo acrobatico con cui è posto il tema fondativo della laicità dello Stato e quello con cui sono affrontate altre due questioni fondamentali, lavoro e ambiente. Un testo così si colloca verso la fine del '700. Il programma di Kant, ha detto bene Cesare Salvi.
Che succede al Congresso di Aprile?
Che si fa un nuovo partito e che quello vecchio si scioglie. Nel 1989 io facevo parte di quella segreteria che, con Occhetto, pensò che si dovesse fare i conti con la caduta del Muro. La gente piangeva e si strappava i capelli quando, alla domanda "Volete sciogliere il Pci?" rispondevamo "Sì". Ci assumemmo pienamente la nostra responsabilità.
Fassino non lo fa?
Finora non lo ha fatto. Dice "si chiude ma si resta aperti", "si fa un nuovo partito ma i Ds non spariscono"... Cosa vuol dire? Si fa un nuovo partito e i Ds non ci sono più.
Si assuma anche lei le sue responsabilità: farà la scissione?
Io faccio il congresso per prendere voti e fermare il treno. Se si accelera, decideremo democraticamente il da farsi.
Una sinistra unita da Bertinotti a Mussi, passando per Diliberto?
Che Fausto e Oliviero abbiano ripreso a parlarsi è cosa interessante, ma non voglio contrapporre al Pd una izquierda unida. Quel che è certo è che la formazione del Pd provocherà un terremoto a sinistra.
E se il francia il centrista Bayrou dovesse appoggiare al ballottaggio il neogollista Sarkozy e non la socialista Royal?
Il Pd finirebbe ancor prima di cominciare.
Se fossimo in una situazione politicamente e intellettualmente ordinata, dopo un'intervista così il processo di costruzione del Pd dovrebbe fermarsi.
Furioso con Rutelli, ministro Fabio Mussi?
Ho un rispetto assoluto per la posizione che il vicepremier ha espresso al Corriere. Ma Rutelli dice tre cose. I Dico non sono una priorità. In Francia sosterrà Bayrou e non la Royal. E il Pd non entrerà mai nel Pse.
Quindi stop, retromarcia, fine dell'unità riformista?
Mancano i fondamenti. Del resto, la posizione di Rutelli è onesta.
Quella di Fassino non lo è?
Nei discorsi dice che il nuovo partito deve stare nel Pse, ma non lo ha scritto nella mozione che i nostri iscritti voteranno al Congresso, dove il problema è affrontato con ambiguità.
Congresso a carte truccate?
E' un modo per rassicurare i compagni. I quali scopriranno dopo qual è l'approdo di un partito per la cui costituzione sono chiamati a votare.
La nuova casa dei riformisti.
Questo discorso della nuova casa l'ho sentito anche nel 2003, quando io, che nel '95 avevo contribuito alla costituzione dell'Ulivo, mi opposi alla lista unitaria per le Europee ponendo una questione: dove finiscono gli eletti una volta in Europa? Bene, quelli dei Ds sono finiti nel Pse e quelli della Margherita nel gruppo liberaldemocratico. Come si vede non è una bizza porre con forza la questione delle appartenenze.
E' il solo motivo per cui non entrerà nel Pd?
Un motivo forte. Un altro centinaio di ragioni in quel Manifesto dei Saggi...
Ce ne dica due.
Il modo acrobatico con cui è posto il tema fondativo della laicità dello Stato e quello con cui sono affrontate altre due questioni fondamentali, lavoro e ambiente. Un testo così si colloca verso la fine del '700. Il programma di Kant, ha detto bene Cesare Salvi.
Che succede al Congresso di Aprile?
Che si fa un nuovo partito e che quello vecchio si scioglie. Nel 1989 io facevo parte di quella segreteria che, con Occhetto, pensò che si dovesse fare i conti con la caduta del Muro. La gente piangeva e si strappava i capelli quando, alla domanda "Volete sciogliere il Pci?" rispondevamo "Sì". Ci assumemmo pienamente la nostra responsabilità.
Fassino non lo fa?
Finora non lo ha fatto. Dice "si chiude ma si resta aperti", "si fa un nuovo partito ma i Ds non spariscono"... Cosa vuol dire? Si fa un nuovo partito e i Ds non ci sono più.
Si assuma anche lei le sue responsabilità: farà la scissione?
Io faccio il congresso per prendere voti e fermare il treno. Se si accelera, decideremo democraticamente il da farsi.
Una sinistra unita da Bertinotti a Mussi, passando per Diliberto?
Che Fausto e Oliviero abbiano ripreso a parlarsi è cosa interessante, ma non voglio contrapporre al Pd una izquierda unida. Quel che è certo è che la formazione del Pd provocherà un terremoto a sinistra.
E se il francia il centrista Bayrou dovesse appoggiare al ballottaggio il neogollista Sarkozy e non la socialista Royal?
Il Pd finirebbe ancor prima di cominciare.
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