(ANSA) - MILANO, 24 MAR -
Interrompere la procedura di lancio del partito democratico: e' questa la richiesta contenuta nella mozione della sinistra dei Ds che fa capo al leader Fabio Mussi discussa oggi a Milano alla Camera del Lavoro con numerosi esponenti sindacali.
Mussi in ogni caso ha ribadito di escludere qualsiasi scissione dal partito. ''Nessuna scissione, che e' quello che avviene quando c'e' un partito e uno ne esce. Io non esco da nessuna parte - ha precisato Mussi a margine della riunione .L'ultima volta che ho votato una mozione che ottenne la maggioranza si chiamava 'una grande sinistra in un grande Ulivo'. Ora l'Ulivo si e' parecchio ristretto e la sinistra e'destinata a scomparire. Si fa un nuovo partito e c'e' chi aderira' e chi non aderira'. Questo e' diverso che uscire''.Mussi ritiene necessaria ''una sinistra che si va a riformare da un'altra parte''. ''La sinistra - ha spiegato - che, come dice Bersani, esiste in natura come domanda di diritti e di affermazione di valori che salgono dalla societa' deve essere rappresentata politicamente.
Una politica nuova che pensi di aggirare la questione del lavoro, come ormai residuale, sbaglia al cento per cento. Il problema che si presento' in pieno Ottocento di una politica, non solo democratica e progressista,ma che rappresenti il lavoro, cioe' la questione socialista, e' nient'affatto tramontata ma invece attualissima''.
''Oggi qui parliamo del congresso dei Ds in rapporto a questa grande questione del lavoro e della sua rappresentanza politica - ha concluso Mussi -. E' una direzione diversa da quella della maggioranza: si forma un nuovo partito e l'adesione a quel nuovo partito e' facoltativa.
Faro' un appello finale per una pausa di riflessione prima delle decisioni ultime, definitive e irreversibili che porterebbero a cancellare dal lessico politico italiano le parole sinistra e socialismo, il che in un grande paese europeo come l'Italia e' francamente impensabile. Se si vuole procedere rapidamente su quella strada io penso che sia necessario aprirne un'altra''.(ANSA).
Interrompere la procedura di lancio del partito democratico: e' questa la richiesta contenuta nella mozione della sinistra dei Ds che fa capo al leader Fabio Mussi discussa oggi a Milano alla Camera del Lavoro con numerosi esponenti sindacali.
Mussi in ogni caso ha ribadito di escludere qualsiasi scissione dal partito. ''Nessuna scissione, che e' quello che avviene quando c'e' un partito e uno ne esce. Io non esco da nessuna parte - ha precisato Mussi a margine della riunione .L'ultima volta che ho votato una mozione che ottenne la maggioranza si chiamava 'una grande sinistra in un grande Ulivo'. Ora l'Ulivo si e' parecchio ristretto e la sinistra e'destinata a scomparire. Si fa un nuovo partito e c'e' chi aderira' e chi non aderira'. Questo e' diverso che uscire''.Mussi ritiene necessaria ''una sinistra che si va a riformare da un'altra parte''. ''La sinistra - ha spiegato - che, come dice Bersani, esiste in natura come domanda di diritti e di affermazione di valori che salgono dalla societa' deve essere rappresentata politicamente.
Una politica nuova che pensi di aggirare la questione del lavoro, come ormai residuale, sbaglia al cento per cento. Il problema che si presento' in pieno Ottocento di una politica, non solo democratica e progressista,ma che rappresenti il lavoro, cioe' la questione socialista, e' nient'affatto tramontata ma invece attualissima''.
''Oggi qui parliamo del congresso dei Ds in rapporto a questa grande questione del lavoro e della sua rappresentanza politica - ha concluso Mussi -. E' una direzione diversa da quella della maggioranza: si forma un nuovo partito e l'adesione a quel nuovo partito e' facoltativa.
Faro' un appello finale per una pausa di riflessione prima delle decisioni ultime, definitive e irreversibili che porterebbero a cancellare dal lessico politico italiano le parole sinistra e socialismo, il che in un grande paese europeo come l'Italia e' francamente impensabile. Se si vuole procedere rapidamente su quella strada io penso che sia necessario aprirne un'altra''.(ANSA).
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